Un recente studio Australiano condotto dal professor Silva ha voluto verificare un sospetto che da sempre affligge dentisti e pazienti: esiste una predisposizione genetica all’insorgenza della carie?
Per rispondere a questo quesito sono state osservate 250 coppie di gemelli da prima della nascita fino al compimento dei 6 anni. Due gemelli naturalmente crescono con lo stesso stile di vita, sia per quanto riguarda l’alimentazione che per le abitudini di igiene orale. Il codice genetico di due gemelli poi sarà identico al 100% se questi sono omozigoti mentre sarà corrispondente solo al 50% se si tratta di eterozigoti. Se esistesse una base genetica a determinare il rischio di insorgenza della carie ci si dovrebbe aspettare che fra coppie di gemelli eterozigoti ci siano più differenze in termini di numero di carie che fra i gemelli omozigoti. Invece i ricercatori non hanno riscontrato differenze fra il numero di carie dei gemelli eterozigoti e quelli omozigoti, questo suggerisce che la genetica non giochi un ruolo importante nel determinare l’insorgenza della carie.
“Molti pazienti credono di essere predisposti alla carie”, afferma Silva, “è confortante pensare di poter incolpare i nostri geni, ma la maggior parte delle volte non è così. Questo studio mette in luce come il controllo delle abitudini di alimentazione e di igiene orale siano le vere chiavi per prevenire la carie”.
A conferma di ciò esistono numerosi studi che dimostrano come la carie sia associata all’assunzione frequente di zuccheri, soprattutto in forma liquida come nelle bevande che a volte si danno ai bambini in sostituzione dell’acqua, mentre è ugualmente dimostrato che l’uso regolare di dentifrici al fluoro sia una misura efficace per ridurre l’insorgenza di carie.
Il mantenimento della salute orale, soprattutto nei bambini, richiede quindi controlli professionali regolari e una cultura verso la prevenzione che si può ottenere attraverso la diffusione delle informazioni corrette.
